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COSA SUCCEDE A GIUGNO IN VIGNA

L’inizio di giugno è caratterizzato dalla crescita veloce dei tralci e quindi è necessario intervenire in vigna per mantenere l’armonia della spazio tra i tralci e tra i futuri grappoli che si stanno formando. Viene, quindi, effettuata la prima pulizia e la prima stabilizzazione dei tralci verso l’alto per permettere all’aria di circolare in modo da evitare che si crei un ambiente favorevole allo sviluppo di malattie fungine. Il mese di giugno si annuncia, nelle nostre latitudini, con la fioritura e l’allegagione della vite, in cui si vedono formarsi i primi grappolini. Inizia la trasformazione del fiore, che fino a prima era coperto e racchiuso dalla struttura che lo teneva protetto dall’esterno. Il fiore si apre e viene fecondato e quindi avviene la trasformazione in acino di vino. Si ha la fruttificazione che è il momento più esaltante per chi ama la fisiologia e la biologia delle piante ed è anche un momento molto delicato per la vite in cui agenti atmosferici avversi, come piogge, umidità persistenti, venti molto forti o anche attacchi fungini possono deteriorare e quindi ridurre la quantità di trasformazione da fiore a frutto creando il fenomeno della colatura.
Passato questo periodo il viticoltore spera in un clima clemente, quindi che inizi un periodo più asciutto con una buona disponibilità idrica. Con l’inizio del periodo più caldo i tralci possono distendere le loro foglie fino al raggiungimento delle 12/13/14 foglie che sono il quantitativo necessario per ottenere la superficie fotosintetica adeguata a far sviluppare gli acini.
In questo momento le uniche operazioni che noi eseguiamo, come Usiglian del Vescovo, sono un secondo passaggio di pulizia in verde per la chiusura dei tralci e il loro mantenimento in posizione verticale e non interveniamo se non dopo ogni pioggia che possa essere infettante, ossia dopo ogni volta che si creino le condizioni metereologiche perchè agenti patogeni, come la peronospora, possano svilupparsi.
Nel mese di giugno è anche obbligatorio effettuare un trattamento insetticida contro un insetto, lo Scaphoideus titanus, che è il vettore della flavescenza dorata, uno dei più grandi flagelli della viticoltura europea degli ultimi anni. Fortunatamente anche nel biologico esistono dei prodotti biologici che si possono utilizzare e alla fine di giugno noi effettuiamo questo trattamento per riuscire a limitare la diffusione di questa malattia che è particolarmente grave e di cui lo chardonnay è particolarmente sensibile.
Per cercare di arginare il più possibile il problema dello scafoideo trattiamo anche le zone perimetrali del vigneto con prodotti biologici, come estratti di senape e macerato di ortica, in modo da rendere anche le piante esterne meno ospitali per gli insetti.
Stiamo ampliando sempre di più la quantità di prodotti che abbiano un’azione biostimolante delle piante ottenuti da macerati o fermentati di piante salvatiche o coltivate e prodotte in toscana e parte di queste piante noi le coltiviamo. Stiamo, infatti, cercando di implementare la circolarità di questa economia di difesa in modo che noi siamo i produttori di una parte delle materie prime che vengono conferite a un’azienda in Toscana che le distilla, le fermenta, le rende attive per la difesa fitosanitaria, lo stimolo metabolico, le difese immunitarie della pianta e noi le riutilizziamo per difendere i nostri vigneti.
Il percorso ci piace molto perchè è il nostro approccio per tentare di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente. Tra le altre cose queste piante officinali sono tutte colture a bassissima richiesta idrica e quindi anche qui cerchiamo di ridurre ancora di più il nostro consumo idrico nel bilancio nazionale.
La fine del mese di giugno è uno dei momenti più critici nella difesa della vite nelle nostre latitudini, soprattutto in Toscana e nei nostri vigneti dove abbiamo un ambiente naturale molto variegato. Abbiamo una presenza boschiva rilevante che crea un bacino di inoculo di funghi come lo oidio molto importante e in questa stagione il nostro obiettivo è quello di riuscire a mantenere l’ambiente del vigneto ostile allo sviluppo dello oidio. Per fare questo interveniamo con una rimozione di alcune foglie per mantenere elevata la circolazione dell’aria intorno al grappolo pur proteggendolo dalle irradiazioni solari dirette, utilizziamo dei preparati a base di roccia e utilizziamo dei fermentati di pianta che aiutano a limitare lo sviluppo di questo fungo insieme al classico zolfo che si usa in queste circostanze.

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